… quest’anno dove andiamo in route?


Come ogni anno, l’interrogativo che qualunque comunità di clan si pone a fine maggio è “quest’anno dove andiamo in route”? Così, mentre cerchiamo percorsi e itinerari, arriva una mail dalla regione che ci comunica che l’Agesci Sicilia organizza un evento in occasione del venticinquesimo anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Così, senza esitazione alcuna, decidiamo di partire. Ci ritroviamo a Palermo, insieme a tante altre comunità di clan come noi, siciliani e non. Tre giorni intensi; tre giorni in cui abbiamo conosciuto tanti altri ragazzi, tante altre realtà.

Tre giorni in cui abbiamo rivissuto con gli occhi di Rita e Salvatore Borsellino, fratelli di Paolo Borsellino, con le parole dei Signori Costanza (unico poliziotto sopravvissuto alla strage di Via D’Amelio) e Paparcuri (autista di Chinnici prima e segretario di Falcone e Borsellino poi), quei giorni concitati delle stragi; le paure, le ansie e le speranze di chi ha cercato di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’ha trovato. Belli i loro racconti; belle le veglie sulle ali della speranza; bello il corteo che ha visto mille camicie azzurre sfilare per le strade di Palermo….”perché non li avete uccisi. Le loro idee camminano sulle nostre gambe”.

Finito l’evento, decidiamo di restare altri tre giorni a Palermo e proseguire il nostro servizio presso il centro “Il giardino di Madre Teresa”. Quando arriviamo, veniamo accolti da grida gioiose e festanti di bambini che ci aspettavano. Ci troviamo nel quartiere Ballarò; al contrario di ciò che si possa pensare, veniamo festosamente accolti dai venditori ambulanti del mercato omonimo. Attendiamo Rosita, la responsabile del centro. Arriva, bellissimo sorriso e ci illustra quelli che saranno i nostri compiti. Prenderci cura, insieme ad altri operatori, di una quindicina di bambini (extracomunitari, di colore, con storie particolari) da 1 a 5 anni presenti lì al centro. E che meraviglia!! Inostri ragazzi sono entusiasti; sono felici e gli si legge dagli occhi. Ci sono gli occhi felici di Davide, la risata di Abdu, le grida di gioia di Luca….tutto è una musica meravigliosa.

Ci sono i racconti di Djack, compagno di Rosita, che davanti ad un piatto tipicamente africano che hanno voluto farci assaggiare (platano e pollo fritti, con ignam…ovviamente fritto e salsa piccante), ci racconta di realtà lontane, del suo lavoro sulle navi della guardia costiera come prima accoglienza per gli immigrati, ci racconta di realtà che neanche vorremmo mai immaginare. Ci rapisce letteralmente e i ragazzi gli fanno mille domande. Domande che continuano a farci e a farsi anche durante il viaggio di ritorno al termine della nostra fantastica route ma al quale non riusciamo a trovare risposta. Perché lo scautismo ti entra anche dal cuore, oltre che dai piedi.

Valentina Buzzone
Nicosia 1

 

 

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